Il nocivo approccio animalista – Adottare l’orsa contro natura

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Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 15 aprile 2023, pag. 1

di Fabio Modesti

Lo Zoosafari di Fasano si candida ad ospitare l’orsa JJ4 che ha ucciso Andrea Papi tra i monti del Trentino. La dirigenza dello Zoosafari è contraria all’abbattimento e lì di orsi ce ne sono già un bel po’ di quasi tutte le specie. Quindi l’orsa adulta dovrebbe traslocare dalle valli boscate dove ha vissuto finora e si è riprodotta, per andare tra gli ulivi, il sole ed il caldo dell’alto Salento. Meglio di no, meglio che venga abbattuta. Ma il Tar Trento l’ha, per ora, destinata alla custodia cautelare sempre che non diventi una minaccia per la vita dei suoi catturatori; in tal caso può essere abbattuta seduta stante. La gestione della fauna selvatica non può risolversi in ambientazioni da fumetto. Ne è dimostrazione la tristezza e la voglia di evasione di M49, l’orso rinchiuso a vita in un box di cemento del Casteller di Trento. «L’orso – scriveva lo storico Michel Pastoureau nel 2007 nel suo splendido libro “L’orso – Storia di un re decaduto” -, non è un animale come gli altri, e i rapporti che l’uomo ha con lui sono sempre stati all’insegna della passione». Secondo Pastoureau «parchi naturali, riserve, zone di conservazione dell’habitat, “piani orso”, gruppi di studi, associazioni per la difesa dell’orso, divieti e protezioni di ogni genere non serviranno a nulla: l’orso è condannato ad estinguersi. Dal punto di vista simbolico, si può dire che sia già scomparso dal mondo degli animali selvatici viventi, dal momento che un po’ dappertutto, non soltanto nelle Alpi e nei Pirenei, ma anche in Scandinavia, in Abruzzo e sui monti Cantabrici sono stati creati dei “musei dell’orso”». La museificazione dell’orso è anche quella della detenzione che lo “salva” da una dignitosa morte per esporlo ai turisti della domenica. Quel che è accaduto in Trentino potrebbe accadere di nuovo lì o nell’arco alpino, perché è fatale accada quando si pensa di poter avere tutto senza pagare il fio: orsi, turisti, escursionisti, runner, ciclisti che utilizzano la natura senza alcuna consapevolezza e senza cultura del rispetto e della prevenzione nei confronti degli habitat e della fauna selvatici. L’Uomo, specie regolatrice sul Pianeta, commette errori quando spera di ricostituire dinamiche ecologiche difficili da gestire e quando si rende conto del fallimento, lasciando così campo libero alla giustizia sommaria. La razionalità e la conoscenza scientifica devono guidare le nostre azioni, non il pericoloso, soprattutto per i selvatici, approccio animalista.

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