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Orsi buoni, orsi cattivi

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Ancora sul destino degli orsi dopo la morte di un giovane uomo in Trentino. L’orso bruno – dice Paolo Breber – non è più in pericolo d’estinzione, si sono moltiplicati i danni alla pastorizia, agli apicultori, gli incidenti stradali, lo spavento ai turisti sprovveduti, la penetrazione in ambienti troppo urbanizzati…


In copertina, orsa con due cuccioli ripresa da videotrappola nel Parco Nazionale di Bucegi in Romania – © https://bucegipark.ro/

di Paolo Breber

Conosciamo tutti il recente fatto di una persona deceduta in seguito ad uno scontro con un’orsa sulle montagne trentine. Questo incidente ha scatenato la polemica di quelli contrari a quel progetto del 1999 per evitare l’estinzione del plantigrado in quelle montagne importando “sangue fresco” dalla Slovenia. Fugatti, Presidente della provincia autonoma di Trento, si è dichiarato subito per l’abbattimento e anzi vorrebbe togliere tutti gli orsi dalla sua provincia, prendendosela con gli animalisti e naturalisti di città che non sanno niente dei problemi della montagna. Però come politico deve stare attento a quello che dice perché quelli che apprezzano l’idea dell’orso nei boschi del Trentino sono quelli che nella veste di turisti portano valanghe di soldi in montagna.


Quello che è accaduto al povero Andrea Papi è semplicemente un incidente e l’orsa Jj4 non è né buona né cattiva. Il runner le è capitata addosso all’improvviso e l’animale ha reagito allarmato. La montagna è piena di pericoli. Pensate a quanti incidenti con rocciatori ed escursionisti; quanto sciatori si fracassano o muoiono fuori pista sotto le valanghe. Senza contare quelli che si danno al volo umano di vario genere lanciandosi da picchi e rupi (Icaro docet) e quelli che con le mountain bike vanno a rompicollo. Ci sono poi altri incidenti mortali causati da animali selvatici quando cinghiali e cervi attraversano la strada. Se confrontiamo le cifre dei vari incidenti mortali legati alla montagna, la possibilità statistica di un altro evento del genere con l’orso è praticamente nullo.


Perché Fugatti non proibisce le suddette attività a rischio mortale gratuito e costosissime per la società? Personalmente vorrei che si togliessero le mountain bike dai sentieri; ogni volta che faccio un’escursione temo sempre di essere investito da questi energumeni.
Gli animalisti dicono che l’orsa incriminata non deve essere uccisa: No alla Pena di Morte! Mettiamola in uno zoo… il che significa da una morte istantanea ad una morte prolungata. Se per ipotesi agli orsi bruni si lasciasse la possibilità di ripopolare le Alpi, quando la specie sarà arrivata ad una consistenza supponiamo di 10.000 esemplari cosa diranno gli animalisti? La specie non è più in pericolo d’estinzione, si sono moltiplicati enormemente i danni alla pastorizia, agli apicultori, gli incidenti stradali, lo spavento ai turisti sprovveduti, la penetrazione in ambienti troppo urbanizzati. Se invece diventa specie cacciabile, come lo è sempre stata nella tradizione venatoria, vedrete che molti dei problemi suddetti si attenuano forse anche a scomparire. La morta violenta nel mondo animale rientra nell’ordine naturale delle cose. Morire di vecchiaia per un orso significa una morte di lenta inedia, piena di artrosi, che si consuma nell’antro invernale.

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