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Elezioni europee in Puglia, riflessioni sul non detto

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In copertina, la sede del Parlamento UE a Strasburgo – foto ©Cuong DUONG Viet/Pixabay

di Fabio Modesti

A quasi un mese dalla tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo, possiamo fare alcune riflessioni tutte pugliesi ma che possono essere estese al territorio nazionale. La grande messe di voti che ha consentito l’elezione dell’ex Sindaco di Bari, Antonio Decaro, all’Assemblea parlamentare dell’UE e le importanti affermazioni degli altri candidati pugliesi eletti all’europarlamento sono frutto di confronti politici serrati e di idee chiare su alcuni temi cardine in quella che viene ritenuta la più importante legislatura dalla nascita del Parlamento europeo? La campagna elettorale per le elezioni europee in Puglia e soprattutto nel capoluogo di regione è stata sopraffatta da quelle locali per il rinnovo delle amministrazioni comunali. A Bari, poi, con lo spettro del commissariamento se la commissione d’accesso del Ministero dell’Interno dovesse verificare che l’amministrazione uscente sia stato infiltrata dalla criminalità organizzata. Ma confronti con gli elettori sulle questioni dirimenti per l’Unione europea non ve ne sono stati. Non sappiamo che cosa pensino gli eletti pugliesi all’europarlamento della posizione che dovrà assumere l’UE sull’invasione russa dell’Ucraina: fornire ancora armi a Kiev per difendersi e contrattaccare oppure no? Si vuole la pace con la resa di Kiev? Come articolare i rapporti con la Russia? Sappiamo, però, che a Bari l’ormai ex amministrazione comunale non ha mai organizzato eventi di condanna dell’invasione di Putin. Men che meno sappiamo delle posizioni degli eletti in merito al massacro di ebrei il 7 ottobre scorso da parte di Hamas e sulla conseguente risposta militare di Israele. Però in questo caso l’amministrazione comunale barese una posizione l’ha già presa: non ha manifestato contro Hamas, non ha chiesto la liberazione degli ostaggi ma ha organizzato una manifestazione “per la pace” contro Israele. Ed infine, nulla sappiamo dei pensieri politici dei nuovi eletti al Parlamento UE sulla transizione energetica e quindi ambientale. Si è certi che il green deal europeo, così come impostato ed approvato, sia la strada migliore per ridurre il già piccolo contributo continentale alle emissioni globali di CO2 in atmosfera? Si è convinti che avere energia 100% da fonti rinnovabili sia possibile e fattibile senza devastare ulteriormente il fragile territorio meridionale del Paese? Che cosa pensano gli eletti su come realizzare il giusto mix di fonti energetiche a livello europeo ed italiano? Rinnovabili dovunque e comunque oppure ripensare anche al nucleare di nuova generazione? Queste solo alcune riflessioni su cui gli eletti europarlamentari pugliesi avrebbero potuto dire qualcosa ma non l’hanno detta. Forse si è ancora in tempo per chiarire agli elettori, che con grande entusiasmo ma con poca partecipazione ai seggi hanno dato le proprie preferenze, le posizioni politiche sui temi di cui il nuovo Parlamento UE si occuperà nella nuova legislatura.

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