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Costa Ripagnola, tocca al Piano comunale delle coste

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Il Piano comunale delle coste di Polignano a Mare affronta la valutazione di incidenza per la presenza di habitat e specie tutelati a livello comunitario. Nel documento prodotto il parco regionale di Costa Ripagnola non esiste. Le carenze e le amnesie della Regione Puglia


In copertina, mare, fichi d’india e ginepro coccolone nel parco regionale di Costa Ripagnola – foto ©Fabio Modesti

di Fabio Modesti

Non c’è niente da fare, ogni giorno la questione di Costa Ripagnola, in quel di Polignano a Mare, riserva una sorpresa. L’ultima in ordine di tempo è rilevata dal portale della Regione Puglia dedicato alle procedure di valutazioni ambientali. Da lì si è appreso che il Comune di Polignano ha attivato la procedura di valutazione di incidenza per il proprio piano comunale delle coste che ha avuto finora una complessa vita procedimentale. Adottato Giunta comunale nel 2016, è stato riadottato nel 2018 dopo aver stabilito che il piano non dovesse essere assoggettato a Valutazione ambientale strategica (Vas). Una decisione, quest’ultima, che appare del tutto fuori luogo considerando la rilevanza paesaggistica ed ambientale dell’area e la presenza di un Sito d’importanza comunitaria marino proprio davanti alla costa polignanese, caratterizzato dalla presenza di una delle più vaste estensioni continentali di praterie di posidonia. Proprio la presenza di questo Sito (Posidonieto San Vito-Barletta) ha obbligato ad avviare – con relativa consultazione pubblica – la procedura di valutazione di incidenza che, ricordiamo, è disciplinata innanzi tutto dalla direttiva comunitaria “Habitat”.

Le carenze

Scorrendo lo studio di valutazione di incidenza non si possono non notare carenze fondamentali ed approcci metodologici alquanto deboli. Il documento non contempla, ad esempio, la presenza del parco naturale regionale di Costa Ripagnola che pure si estende a tutto il territorio costiero di Polignano a Mare ed alla zona di mare prospiciente, comprendendo anche il Sito comunitario. Eppure a novembre 2021 – data di ultima revisione dello studio – l’area protetta era stata istituita con legge regionale da oltre un anno e la Corte costituzionale ne avrebbe demolita buona parte a dicembre 2021. Ma, evidentemente, per il Comune di Polignano – l’affidamento diretto è stato effettuato dal dirigente dell’ufficio tecnico comunale – va bene così. E dire che le norme di tutela del parco regionale disciplinano anche la fruizione della costa e la possibilità o meno di installare strutture per la balneazione.

L’habitat sfuggito

Circa un mese dopo la stesura dello studio per la valutazione di incidenza, a fine dicembre 2021, la rivista scientifica della Società Italiana di Scienza della Vegetazione (Sisv), Plant Sociology, ha pubblicato l’aggiornamento della presenza di habitat tutelati dalle norme comunitarie in Italia individuando l’habitat “dune costiere con ginepri”, in questo caso ginepro coccolone (Juniperus macrocarpa), proprio a Costa Ripagnola. E non si tratta di un’associazione vegetale di poco conto ma di un habitat prioritario per il quale l’Unione europea richiede agli Stati membri una tutela rafforzata fin dalla sua individuazione. L’informazione scientifica, quindi, è successiva alla redazione dello studio di valutazione di incidenza ma non poteva sfuggire, andando per sopralluoghi in quel territorio, la presenza di quei ginepri sulle dune fossili a Costa Ripagnola.

L’assenza di valutazioni di incidenza cumulative

Allo stesso modo, nel documento manca qualsiasi analisi e valutazione delle possibili incidenze cumulative sul quel territorio e su habitat e specie marini e terrestri individuati (posidonieto San Vito-Barletta a mare, scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con Limonium spp. endemici, grotte non ancora sfruttate a livello turistico e gabbiano corso sull’Isola dell’Eremita), da parte di piani e progetti quantomeno presentati. E, come si sa, nella zona di Costa Ripagnola incombe la realizzazione del resort Serim nei pagghjari di cui ci siamo diffusamente occupati. Certo, è pure strano che in Regione Puglia gli uffici che si occupano di valutazioni ambientali soffrano di “amnesie” così spinte da non sottoporre a suo tempo – come abbiamo rilevato in altri articoli – il progetto Serim (che, ricordiamo, si compone di due interventi: l’albergo a 5 stelle a monte della statale 16 ed il resort a valle della stessa a Costa Ripagnola) anche a valutazione di incidenza per la presenza di habitat e specie che abbiamo detto; la stessa amnesia che deve aver contagiato il documento prodotto dal Comune di Polignano per non affrontare le possibili incidenze cumulative di progetti e previsioni di piano. Come farà quel Comune ad approvare un piano delle coste che non viene valutato adeguatamente e che risulta ormai datato ed inadeguato per tutto quel che è accaduto dal 2016 ad oggi?

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