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L’espansione della Porsche – I cavilli usati per aggirare l’UE

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Corriere del Mezzogiorno del 13 settembre 2023, pag. 1

di Fabio Modesti

Si sta verificando un cortocircuito per la pista Nardò technical center – Ntc – a Nardò, utilizzata soprattutto dalla Porsche per collaudare bolidi a quattro ruote. Un cortocircuito che sembra riguardare in particolare la Regione Puglia ed il suo rapporto con le aree che hanno conservato un minimo di naturalità: boschi, dune e macchia mediterranea. Nel primo caso il Corriere si è occupato del progetto relativo alla diga di Saglioccia tra Altamura e Gravina in Puglia. Un intervento finanziato dal PNRR per 5 milioni di euro che dovrebbe cancellare 14,5 ettari della Selva di Gravina “compensata” con la piantumazione di una superficie di 36,25 ettari. Le dune vengono, per la legge regionale n. 32/2022, date in concessione ai privati gestori di stabilimenti balneari perché i Comuni non riuscirebbero, con le proprie risorse, a tutelarle. Ma agli stessi Comuni quella legge destina 100mila euro per il 2023 per la medesima finalità. La vicenda della pista Ntc a Nardò è però particolare. Nell’area di pertinenza della pista sono presenti habitat naturali di particolare valore tutelati dalla Direttiva UE sulla biodiversità 92/43 CEE anche come prioritari. Non possono essere trasformati se non per imperativi motivi di interesse pubblico legati alla salute dell’uomo oppure alla sicurezza pubblica. Per altri motivi, anche economici e sociali, bisogna chiedere alla Commissione UE un parere vincolante. A Nardò il progetto è finalizzato ad incrementare le attività del gestore della pista con il potenziamento delle attività di collaudo e sperimentazione di veicoli. Le finalità legate alla tutela della salute dell’uomo ed alla sicurezza pubblica sembrano del tutto giustapposte per evitare il coinvolgimento della Commissione UE che, su questi temi, non è per nulla tenera. La realizzazione di un eliporto per trasporto di ammalati e quella di un centro di protezione civile regionale sembrano del tutto fuori contesto. Il primo si sarebbe potuto realizzare molto più in prossimità di residenze e di strutture sanitarie. Il secondo avrebbe potuto tranquillamente trovare collocazione nei pressi dei centri urbani su suoli e fabbricati pubblici inutilizzati. A Nardò, alla fine, saranno oltre 170 gli ettari di vegetazione naturale cancellati per l’intervento oggetto di accordo di programma per interesse pubblico tra Regione Puglia ed Ntc e le specie animali ad essi legati dovrebbero trovarsi, bontà loro, secondo le relazioni di progetto, altri siti analoghi. C’è da chiedersi perché in Regione si sia sviluppata questa idiosincrasia per i pochi, e sempre meno, territori naturali pugliesi.

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