Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 13 febbraio 2024, pag. 1
di Fabio MODESTI
«Lecce e Nardò sono vicinissime, quindi sarebbe assurdo andarci con l’elicottero», afferma giustamente il Presidente Michele Emiliano in un’intervista alla trasmissione televisiva di Rai 3 “Report” sull’affaire ampliamento della pista Ntc-Porsche di Nardò. Ed ancora «può darsi che [nella delibera che approva l’accordo di programma con Ntc] ci sia un fraintendimento…». Inoltre, vi è la disponibilità della Ntc di mettere a disposizione del territorio il proprio sistema antincendio boschivo. Ma è proprio all’interno dell’anello di pista di collaudo di NTC che c’è il nucleo più importante di relitto di macchia mediterranea tutelato. Un altro fraintendimento. In ogni caso, verificati i fraintendimenti, dalle parole è necessario passare ai fatti. E per fortuna nella pubblica amministrazione, anche se in tempi e modi ben definiti, la possibilità di fare ammenda e correggere errori oppure sviste negli atti amministrativi è garantita dalla legge. In questo caso, nell’affaire pista di Nardò, il Corriere è stato tra i primi ad evidenziare gli elementi di ambiguità nel progetto e nell’accordo di programma tra Regione ed Ntc. Sempre sul Corriere, il 13 settembre dello scorso anno, è stata sollevata la questione, apparentemente molto tecnico-giuridica ma che ha sostenuto l’impianto del provvedimento della Giunta regionale, dell’elusione della norma dell’Unione europea (la Direttiva “Habitat”). Quella norma (articolo 6, paragrafo 4, secondo capoverso) consente di approvare interventi che necessitano di distruzione di habitat naturali di prioritario interesse comunitario solo per imperativi motivi di rilevante interesse pubblico legati alla salute dell’uomo oppure alla sicurezza pubblica, senza parere della Commissione UE, una volta verificato che non vi siano alternative possibili. Invece, le alternative possibili non sono state considerate e, a sentire le dichiarazioni di Emiliano, gli imperativi motivi di rilevante interesse pubblico, a partire da quello relativo alla tutela della salute dell’uomo che hanno consentito di approvare il progetto NTC-Porsche a Nardò senza avere il placet della Commissione UE, non sussistono. Sembra che nella deliberazione della Giunta regionale n. 53 del 31 gennaio 2022, atto di indirizzo per la sottoscrizione dell’accordo di programma, nella successiva deliberazione n. 600 del 30 maggio 2023, in quella ancora successiva n. 1096 del 31 luglio 2023 di approvazione dello schema di accordo di programma e nel definitivo decreto a firma del Presidente Emiliano n. 537 del 20 novembre 2023, ci sia un “fraintendimento” grande quanto una casa che però ha portato ad eludere le norme dell’UE sulla tutela di habitat e specie naturali. Ora, le associazioni protezionistiche del territorio neretino, a partire da Italia Nostra, hanno presentato ricorso al Tar Puglia–Bari impugnando quegli atti amministrativi. Ma il Presidente Emiliano ha più di un motivo per riportare quegli stessi atti all’attenzione della Giunta regionale proponendone altrettanti in autotutela a partire dalla sospensione della loro efficacia per approfondimenti fino al loro annullamento. Perché da un fraintendimento, se è tale, ci si può sempre ravvedere.