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Bocciati quattro impianti energetici – Pnrr con le porte sbarrate. No della Soprintendenza a progetti per 540 milioni

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Corriere del Mezzogiorno – Puglia, 21 ottobre 2023, pagg. 1, 2

di Fabio Modesti

Quando è stata istituita la Soprintendenza Speciale per il PNRR, con il decreto-legge n. 77 del 2021, governo Draghi e Ministro dell’Ambiente Roberto Cingolani, non pochi hanno paventato il rischio concreto che il territorio potesse essere colonizzato in ogni dove da interventi molto impattanti a livello paesaggistico ed ambientale. In particolare il timore era riferito ai progetti di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, soprattutto nel sud del Paese. Invece la Soprintendenza Speciale, struttura del Ministero della Cultura con il compito di assicurare la più efficace e tempestiva attuazione degli interventi del Piano assicurando la tutela degli aspetti paesaggistici ed archeologici, sta riservando non poche sorprese. Per gli interventi previsti dal PNRR in Puglia nel campo delle fonti rinnovabili, la Soprintendenza Speciale ha assunto posizioni di tutela forse inaspettate. È il caso di alcuni impianti eolici, fotovoltaici ed agrifotovoltaici ma anche di impianti di accumulo idroelettrico funzionali a compensare l’inefficienza intrinseca degli stessi impianti eolici e fotovoltaici che producono energia solo in presenza di vento e di sole. Progetti di quest’ultimo tipo ne sono stati presentati almeno due in provincia di Bari per utilizzare le acque della medesima diga (Serra di Corvo in agro di Gravina in Puglia), da parte delle società multinazionali Edison e Fri-El. Quest’ultima ha inoltre presentato, sempre nella stessa zona, istanza di autorizzazione per un impianto eolico da 74,4 MW e, sempre in agro di Gravina in Puglia, è stato presentato da Ambra Solare 13 s.r.l., un progetto per un impianto agrifotovoltaico da 50,11 MW con annesso impianto di accumulo di 20 MW. Su queste quattro istanze, del valore di circa 540 milioni di euro, la Soprintendenza Speciale ha espresso pareri negativi sulla base del contrasto con le previsioni del Piano paesaggistico (Pptr) della Regione Puglia, facendo valere le aree non idonee per impianti da rinnovabili indicate nello stesso Pptr. In particolare, per i progetti di invasi da realizzare a monte della diga di Serra di Corvo, la Soprintendenza Speciale non ha potuto non rilevare la incredibile sovrapposizione quasi totale delle aree di intervento e la mancanza di adeguate valutazioni, anche di impatti cumulativi con altri progetti, archeologiche, paesaggistiche e naturalistiche. La diga in questione è un ecosistema che subirebbe notevoli ripercussioni dal prelievo e dall’immissione di una quantità d’acqua non indifferente rispetto alla sua capacità d’invaso (5,3 milioni di metri cubi da prelevare e restituire su un accumulo massimo di 24 milioni di metri cubi, con un volume disponibile di circa il 50% di questa capacità). Queste carenze progettuali e valutative mettono a repentaglio molta parte del PNRR confermando, così, i timori più volte espressi dal Ministro competente, Raffaele Fitto, che hanno portato ad una sensibile revisione del PNRR ora all’esame della Commissione UE.

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