Il Consiglio di Stato ha sospeso l’efficacia di un articolo del decreto ministeriale sulle aree idonee alla realizzazione impianti di rinnovabili ● La Regione Puglia corre per approvare la propria legge entro l’anno ma ora il quadro giuridico è incerto
In copertina, Palazzo Spada a Roma, sede del Consiglio di Stato
di Fabio Modesti
È un’ordinanza del Consiglio di Stato – Quarta Sezione adottata qualche giorno fa a turbare i lavori dei Consigli regionali per l’individuazione, con legge, delle aree idonee, non idonee ed ordinarie all’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili (FER). Il provvedimento dei massimi giudici amministrativi ha sospeso l’efficacia dell’art. 7 comma 2 lettera c) del decreto ministeriale ambiente del 21 giugno 2023 “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili“. La norma sospesa, su ricorso della Erg Wind Energy S.r.l., dà «la semplice “facoltà”, e non un obbligo, di considerare idonee le aree già considerate tali dall’art.20 comma 8. del d. lgs. 199/2021». La norma è stata ritenuta dal Consiglio di Stato in sede cautelare «non pienamente conforme all’art. 20, comma 8., del d. lgs. 199/2021, il quale già elenca le aree contemplate come idonee: in tale disciplina di livello primario non sembra possa rinvenirsi spazio per una più restrittiva disciplina regionale». L’ordinanza del Consiglio di Stato pone ora le Regioni di fronte ad un quadro giuridico quantomeno incerto perché la sospensione potrebbe essere confermata (la norma dichiarata illegittima e quindi definitivamente inefficace) in sede di sentenza finale oppure rivisitata dal collegio giudicante e la norma del decreto resterebbe pienamente efficace. La Regione Puglia, in particolare, seconda per produzione di energia da impianti FER in Italia e destinataria dell’obiettivo di installare ulteriori oltre 7 GW entro il 2030, sta correndo dannatamente per riuscire ad approvare la legge per l’individuazione delle aree idonee, non idonee ed ordinarie entro l’anno per evitare i poteri sostitutivi da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Sul disegno di legge presentato dalla Giunta regionale è stata avviata la fase di consultazione pubblica che si è chiusa il 16 novembre scorso e le osservazioni pervenute chiedono modifiche sostanziali al testo soprattutto con riferimento alla necessità di rimarcare la piena efficacia delle norme tecniche di attuazione del Piano paesaggistico regionale (Pptr). Il disegno di legge è stato formulato tenendo, infatti, il Pptr in scarsa considerazione ed in alcune parti appare derogare allo stesso Piano innescando potenziali conflitti di attribuzione con lo Stato con la cui intesa il Pptr è stato elaborato ed approvato. Cresce, quindi, la necessità di chiedere più tempo al MASE per l’approvazione delle leggi regionali quantomeno fino al deposito della sentenza del Consiglio di Stato.
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