Corriere del Mezzogiorno – Puglia del 20 gennaio 2024, pag. 1
di Fabio Modesti
Parafrasando il formidabile personaggio di Antonio Albanese, Cetto Laqualunque, potremmo dire che in Puglia abbiamo ed avremo “chiù pale pe’ tutti!”. Il trend di crescita dell’eolico in questa regione non ha pari in Italia e nuovi impianti, on-shore ed off-shore (a terra ed a mare), si prospettano all’orizzonte. Mentre un progetto di impianto eolico da 90 torri alte quasi 300 metri nel mare Adriatico a pochi chilometri dalla costa tra Otranto e S. Maria di Leuca (parco naturale regionale), sta mobilitando cittadini ed associazioni salentini nella protesta, altri impianti a terra incombono. Nell’ultima seduta del Consiglio dei Ministri, quella del 16 gennaio scorso, è stato deliberato il parere favorevole, con valore di valutazione di impatto ambientale (VIA) su progetti per la realizzazione di un impianto eolico in territorio di Lucera, di due impianti agrivoltaici in territorio di Manfredonia e di Foggia e di un impianto fotovoltaico in territorio di Foggia. La potenza nominale di questi impianti è di molte centinaia di megawatt, quella effettiva, come sappiamo, sarà al massimo del 10%. Non è da tralasciare il fatto che, come informa puntualmente il comunicato stampa di Palazzo Chigi, «all’esame dei punti relativi ai progetti da realizzare nella Regione Puglia ha partecipato il Presidente della Regione, Michele Emiliano». Una sorta di sigillo di accondiscendenza e di condivisione delle scelte compiute dal governo Meloni nella totale, perdurante, colpevole assenza dello strumento di pianificazione regionale in materia energetica, il Pear, il cui testo finora elaborato non è pubblico e men che meno sono conosciuti gli indirizzi per la sua elaborazione. Come sostenuto più volte, la mancanza del Pear determina un vero e proprio assalto al territorio pugliese da parte dei produttori industriali di energia da fonti rinnovabili che si muovono, così, in una prateria con pochissime regole di tutela dei paesaggi e delle risorse naturali. Se a ciò aggiungiamo i recenti pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato per i quali l’agrivoltaico (fotovoltaico integrato con attività agricola) è fattispecie diversa dal fotovoltaico e quindi può “sfuggire” alle tutele ambientali dettate, ad esempio, dal Piano paesaggistico regionale, il quadro è completo. Dal canto suo, la Regione Puglia, con la legge di bilancio 2024, ha anche esteso la soglia di applicazione della procedura abilitativa semplificata (Pas) agli impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili fino ad 1 MW dai precedenti 200 kW. Rinnovabili, comunquemente, qualunquemente.