Dopo cinghiali, lupi, orsi, storni ora è il turno di questa specie… Sono già partite le lamentale da allevatori ittici del lago di Varano da politici locali e da associazioni di categoria che hanno stimato «a occhio» le perdite economiche. Cosa si è fatto in altre zone italiane. Le inadempienze della Regione (da Villaggio globale 26 febbraio 2019)
di Fabio Modesti
Pare non ci si capisca più nulla con gli animali selvatici che ci girano attorno e che disturbano la nostra umana tranquillità, anche produttiva. Tra tutti, cinghiali, lupi, orsi, storni e cormorani. Questi ultimi, poi, spazzolano con voracità gli allevamenti di pesce arrecando, a detta degli operatori economici, danni inestimabili.Recentemente la Puglia è assurta agli onori delle cronache per i danni provocati nella laguna di Varano, nel Parco nazionale del Gargano, da questi straordinari «pescatori del cielo» evocati e sublimati in molte poesie da autori cinesi (in Cina è pratica tradizionale la pesca con l’ausilio del cormorano) ed anche italiani come Eugenio Montale. Subito sono partiti gli alti lai di politici locali e di associazioni di categoria, sono state stimate «a occhio» le perdite economiche: almeno 500.000 Euro ai danni di un solo imprenditore! Soprattutto, sono partite le richieste di riperimetrazione dell’area protetta perché «scelta doverosa».
Ma ragioniamo
Interventi positivi e non
Il Piano strategico per l’acquacoltura in Italia 2014-2020, stabilisce tra le priorità di azione l’elaborazione di un «Piano per la gestione delle popolazioni di predatori selvatici». Ad oggi, però, né Lo Stato né le Regioni che si lamentano hanno investito risorse e menti per giungere al risultato.
E il Piano strategico?
La stessa Unione europea non sa bene come fare a gestire questa specie. Il Piano di azione europeo non è stato ancora elaborato ed il Parlamento europeo, ancora nel 2013, ha sollecitato la Commissione ad approntarlo, ma l’unica risposta è stato un documento di orientamento.